Dall’Alaska a Cattaragna, alla scoperta delle proprie origini
Sono le tue radici che ti mantengono saldo quando soffia il vento… Anche quest’anno abbiamo avuto il piacere di avere con noi la cugina dall’America. Diane Calamari, discendente della famiglia Calamari di Cattaragna, ha raggiunto il nostro borgo a conclusione di un’escursione durata circa 25 giorni. Rientrata in Alaska, dove vive con il marito Brian, ci ha inviato il suo diario di viaggio…
“Lo scorso inverno, mia sorella Judy a San Francisco trovò per caso, in una vecchia scatola, un piccolo incarto contenente una vecchia foto che ritraeva piccolo paese di montagna. L’emozione fu grande, anche se fu solo una conferma di quanto avevamo già scoperto l’anno prima. Dopo anni di ricerche, mia sorella e mia nipote erano riuscite infatti a risalire alle origini del capostipite della nostra famiglia: il bisnonno Isidoro, nato a Cattaragna e da lì partito per l’America nella metà del 1800.
Così, in occasione di un viaggio in Italia nell’ottobre di quell’anno, accompagnata da Luciano e Loretta Garbi, ebbi l’occasione di visitare il paese e di avere contatti con alcuni discendenti della famiglia Calamari (a proposito, questo è il mio cognome originale, la “i” finale venne strategicamente tolta nel dopoguerra, quando molti italiani resero più “ americano” il proprio cognome: a quel tempo, infatti, le origini italiane non erano cosa di cui vantarsi negli Stati Uniti).
E fu proprio in occasione di quel viaggio nel 2010 che venni a conoscenza della Via Francigena e della Via degli Abati, percorsi appenninici utilizzati dai monaci che si recavano in pellegrinaggio a Roma nel medioevo. Amo molto camminare e iniziò così a frullarmi nella testa l’idea di raggiungere Cattaragna… A piedi! Avevo voglia di conoscere la terra dei miei antenati, non attraversandola in treno o con altri mezzi, ma incontrando persone, sentendo il vento sul mio viso e affrontando salite e discese dei boschi e delle montagne. Non avevo mai percorso un tragitto così lungo da sola, e avevo una gran voglia di mettermi alla prova… Evidentemente il mio imminente sessantesimo compleanno mi diede quella scossa necessaria a far sì che potessi indirizzare le energie per la realizzazione del mio sogno…”
Diane trascorre così l’inverno scorso a pianificare il suo viaggio, in totale circa 600 km di percorso lungo l’appennino tosco-emiliano. Partita da Sansepolcro (AR) lo scorso 25 agosto (in piena calura estiva, lo ricordate?), affronta temporali, fulmini, venti e bruschi sbalzi termici, che però non interrompono il suo passo energico e allenato. Unico compagno di viaggio, il suo inseparabile zaino contenente un sacco a pelo, un tappetino da campeggio, un impermeabile, un cambio completo, due litri d’acqua e un po’ di cibo, per un totale di 12 kg sulla spalle. Unica concessione tecnologica: un tablet (rivelatosi spesso inutile poiché, ahimè, la rete internet sugli appennini non è così efficiente…).
“In Alaska, dove vivo, mi capita spesso di percorrere lunghe distanze in luoghi selvaggi e una delle cose che ho imparato è che bisogna vivere “alla giornata”. Ho certamente dovuto farlo durante il mio cammino verso Cattaragna e non mi sono mai preoccupata di ciò che mi sarebbe potuto accadere il giorno dopo. Ogni sera guardavo la mia mappa per scoprire il percorso per il giorno seguente… La mia vita diventò ben presto una semplice sequenza di passi, uno dopo l’altro, e la mia mente era concentrata solo su questo. Ero stupita di come fosse facile lasciarmi alle spalle l’altra vita e rilassarmi al ritmo naturale di ogni giorno.”
Percorrendo una media di 25 km al giorno, fermandosi solo all’imbrunire per dormire in rifugi o in ostelli (raramente Bed & Breakfast, spesso nella sua tenda), Diane giunge a Pontremoli a metà settembre e da lì intraprende la Via degli Abati, con una diversione a Bardi per raggiungere finalmente Cattaragna… “Dopo una rinfrancante sosta a Coletta e una deliziosa cena all’Osteria di Bosconure, finalmente la mattina di domenica 23 settembre raggiunsi Ferriere, da dove telefonai a mia cugina Elena che con mia grande gioia era già a Cattaragna ad aspettarmi… Potevo finalmente pensare di avercela fatta! Ero così eccitata dal fatto che avrei raggiunto la mia meta che ripresi immediatamente il mio cammino… Casaldonato, Caserarso, il Mercatello e poi giù a Costa e Curletti. Percorrevo i sentieri che Isidoro Calamari e Luigia Casella, i miei bisnonni, avevano percorso tanti anni prima. Ho provato una pura e autentica gioia a camminare sulle stesse strade e finalmente scorgere, oltre il costone, Cattaragna in lontananza. Mi sentivo anche molto fortunata al pensiero di avere amici e familiari che mi aspettavano.
Ero ormai a poche curve dal paese quando Elena, sua figlia Lucia e Angela mi hanno raggiunto. E tra abbracci, baci e lacrime, abbiamo raggiunto il paese. Ho trascorso tre giorni a Cattaragna, nella casa a suo tempo abitata dalla famiglia detta “Boschi”, la casata da cui proveniva il mio bisnonno. Le cattive condizioni meteorologiche di quei giorni mi hanno permesso di riposare, di apprezzare gli ottimi piatti cucinati da Paolina, da Angela e Alfredo. Seduta sotto il portico del circolo di Cattaragna, il mio pensiero andava spesso agli emigranti, è difficile immaginare di lasciare il proprio paese per affrontare l’ignoto… La curiosità spingeva certamente i giovani a lasciare la propria terra, ma come doveva essere dura per i genitori veder partire i propri figli che spesso non rivedevano più… Chissà quante volte Isidoro avrà guardato con nostalgia la foto del suo paese natale… È stata per me emozionante anche la visita del piccolo paese di Boschi, da dove partì nel 1790 il capostipite della famiglia Calamari (da qui il soprannome della famiglia, n.d.r.) per trasferirsi a Cattaragna ad occuparsi delle terre della moglie. Per me, cresciuta nel cuore dell’America senza una vera storia familiare, vedere in quei piccoli cimiteri i ritratti delle persone che probabilmente hanno vissuto insieme ai miei antenati è stata un’autentica emozione!”.
Dopo una tappa a Coli e Bobbio, Diane ha trascorso qualche giorno ancora a Cattaragna dove, in occasione della Festa della Madonna del Rosario, tutta la comunità riunita nel nostro circolo ha potuto salutarla e augurarle buon viaggio. “Non sono mai stata brava a salutare, ma questa volta è stata più dura che mai.” Claudio Gallini di Coletta, Carmen ed Emanuela dell’Osteria di Bosconure, Ornella Calamari di Boschi, sono solo alcune delle persone che Diane cita nel suo diario di viaggio… “Ho portato con me in Alaska tutti i volti e i nomi delle persone che ho incontrato lungo il cammino, anche persone sconosciute che ho incrociato, che mi hanno indicato la strada o con cui ho conversato piacevolmente, anche solo per poche ore. E, naturalmente, non posso dimenticare i tanti amici ritrovati a Cattaragna, mi è impossibile citarli tutti.”
Il ricordo del profumo della pasta di castagne preparata da Gino ed Alfredo e il calore della nostra gente riscalderà il lungo inverno di Diane in Alaska? Noi pensiamo di sì, così come ci auguriamo che Diane abbia portato con sé la piacevole e rassicurante sensazione che in qualsiasi momento lo desideri, possa tornare a sentirsi come a casa, nel nostro piccolo angolo di appennino da cui partì il giovane Isidoro, 150 anni fa…
Ciao Diane e arrivederci al prossimo anno!
[Pubblicato su Montagna Nostra nr. 4 / 2012]
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